Venosa, ridente cittadina lucana, al confine con la Puglia.
Tra i suoi vicoli si può godere della veduta de Vulture, respirare cultura ( non per niente è la citta natia di Orazio),bere fresca acqua dell'acquedotto romano e ricostruire i celebri paesaggi del mondo venosino su flickr.com.
Le tracce del primo grande impero della storia occidentale sono dovunque: sotto i portici, al castello, nella chiesa/e della santissima trinità( ci sono 4-di periodi storici differenti- in una).
Varia la gamma di colri dominanti: dal bianco della pietra a quelli sbiaditi dei vari strati d'intonaco caduto dai dimenticati palazzi del centro storico.
Curiose storie ( celebre la signora "appicciata" per un troppo spettacolare cocktail) e strane credenze ( case infestate dai fantasmi e paesi innominabili).
Sport nazionale: cambiare sedia o palo del bar, dove ci si appoggia, ( " da lusso" il coffe house meglio noto come caffè edone.. o qualcosa del genere); bere, parlare degli altri -benevolmente- e raccontare le proprie storie, vere o false che siano.
Non per niente a Venosa "si beve, si mangia e ci si riposa" e. aggiungere io, ci si sposa, dato il numero di matrimoni che ho visto in soli due giorni.
La forza e il fascino di questo radiante centro viene, soprattuo dalla gente: folle con intelligenza e ragione ( che la teoria del vento spiega benissimo):
m'inchino davanti alla famiglia Caressa, ai loro incastri che reggono nel tempo: a Cagi e alla mamma Tilde per la loro premura, alle sorelle Caressa -un fenomeno da studiare- per la loro armonia insieme e da sole.
Con vino & birra nei vasi sanguigni ringrazio sorrido al bel filosofo della chitarra con cui ho cantato la mia pizzica.
Con un affezione immediata nei loro confronti, abbraccio forte -per cercare e dare forza- il guerrigliero complicato Rocco e il romantico Marco.
A zio Massimo, la bella Giovanna, Mimmo il sassofonista. alzo il bicchiere di Martini Rosso in ghiaccio.
E poi a Teo, " U re", "il chiodo", Rocco Sl, Tiziano, Piervito, Rocco che mi chiama Chiara guardando incantato le mie tette, al tipo con le scope in spalla che canticchia e a chi ci fischiava per la strada, incrocio le gambe e rimango ad osservarvi affascianta.
A voi, essenze dei briganti da cui avete avuto origine, e a me, essenza della tarantata.
Per quello che vogliamo diventare, "JA!".
mercoledì 3 settembre 2008
...NELLA TERRA DEI DENTI STRETTI E DELLA PAROLE TAGLIATE...
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vulesse addeventare nu brigante
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2 commenti:
però, devi esserti proprio divertita in questi due giorni!!
noi briganti riusciamo ad entrare anche nel cuore dei salentini!
grazie per la compagnia, ti aspettiamo in terra lucana...
un bacio,
la*
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