Trascrivo la lettera di Lucrezia Elia su Internazionale di questa settimana.
Lo faccio perchè mi ha molto colpito e perchè sono certa che tanti lilliput possono buttare a terra il grande Gulliver.
Vi scrivo perchè una rivista come la vostra deve sapere e deve far sapere quello che sta succedendo a Ciudad Juarez, città del Messico settentrionale al confine col Texas. Mia mamma, nata e cresciuta a Juarez, ricorda la sua città come un posto tranquillo e sicuro, dove giocava dalla mattina alla sera por las calles. Con il passare degli anni si è trasformata nella città più pericolosa del paese e tra le meno sicure di tutto il mondo. La scomparsa di donne, il traffico di droga, la polizia corrotta, sequestri e uccisioni di innocenti civili sono all'ordine del giorno. Ieri è bastata una chiamata di neanche due minuti per farci crollare il mondo addosso: mio nonno, Pedro Mena Nunez, è stato sequestrato nella sua menuderia (tavola calda) e il riscatto è di quarantamila dollari. Non ci si può rivolgere alla polizia perchè è corrotta, i soldi non si riescono ad avere subito dalle banche, ma soprattutto chi ci garantisce che riavremo il nostro Pedro sano e salvo? Odio sapere di non poter fare molto per salvarlo, odio l'ansia di non sapere cosa gli stia succedendo e di aspettare che parenti ci chiamino per darci notizie. Ma il mio Dio mi porta a chiedervi in ginocchio di rendere pubblico in tutto il mondo quello che sta succedendo a Città Juarez, soprattutto in questi ultimi giorni, per aiutare tutte le persone innocenti che subiscono violenze. Si stanno violando diritti umani che devono essere garantiti a chiunque, dal Messico all' Italia, e bisogna cominciare a fare qualcosa. Magari partendo da un semplice articolo.
venerdì 13 marzo 2009
... SUCCEDE A CIUDAD JUAREZ...
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lilliput vs gulliver
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2 commenti:
Quando ti mando dreamweaver ti mando anche un paio di libri su ciudad juarez. bacio Luigina
GRAZIEEEEE!
Sei onorificata del titolo di mia biblioteca personale.
ahahahaa
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