martedì 24 febbraio 2009

... DEL FESTIVAL ...


Il festival della canzone italiana di Sanremo non morirà.
Può essere moribondo, malatuccio, colassato..ma non scomparirà.
Perchè fa parte del nostro background culturale, della nostra "italianità", è uno degli eventi caratterizzanti della nostra società.
Di certo la maggior parte delle canzoni presentate sul quel palcoscenico non hanno alcun risvolto radiofonico; è ancor più impensabile di una "rivoluzione culturale" per cui il festival si avvicina realmente alla musica che i giovani ascoltano ( anche se le sperimentazioni di Bonolis in questa edizione e in quella del 2005 meritano un applauso); ma, per utilizzare uno stracitato slogan, "sanremo è sanremo".
Penso anche che nonostante le premesse di ogni anno rivolte al "mettere al centro dello spettacolo la musica", io, noi guardiamo il festival perchè è essenzialmente un fenomeno di costume: le polemiche, le curiosità, il vestito di quella, il tacco di quell'altra, aspettare con la bava alla bocca se qualcuno cade dalla funambola strada, le luci, la scenografia, il colpo di scena della tipa nuda, il superospite etc etc..
Voi rinuncereste mai al pranzo della domenica?
Il festival è frutto dello stesso meccanismo.
Le radio e noi consumatori di musica, poi, daremo il vero televoto alla musica come dimensione propria, attraverso l'ascolto senza merletti.
Per cinque giorni però... se ne deve parlare.
Altrimenti..come faremo senza il gioco "chi si ricorda la canzone che ha vinto sanremo?"

venerdì 20 febbraio 2009

... UN SENSO...


SONO SOLO UNA BAMBINA CHE NELLA CASA DELLE BAMBOLE AVEVA UNA BOMBA A OROLOGERIA

martedì 17 febbraio 2009

...DELLA REPUBBLICA SALENTINA DI OGGI...


Concedetemi una riflessione circoscritta alla mia terra e il suo presente.
E' da un pò di tempo che nel mio zapping frenetico e annoiato, sento sempre più spesso l'accento pesante come una peperonata, la cadenza cantilenante e le espressioni (italianizzate), che fanno del salentino un prodotto D.O.P.
Memoria televisiva alla mano, ecco gli esempi:
1. "Uomini e donne" una tronista e una corteggiatrice danno fiera mostra della loro salentinità, oltre che del neurone marcio del loro cervello.
2. "Amici" : la cantante dal timbro vocale in tono con la linea del momento ( vedi Giusy Ferreri), Alessandra Amoruso, è uno dei ragazzi più in vista.
3 "Zelig": l'imitazione di Giuliano dei Negramaro di Checco Zalone, il cui studio per fare così bene il tono di voce deve essere stato davvero accurato.
E poi, ancora, il Salento è sempre più presente nei grandi media: pensiamo al lecce serie A, ai negramaro e ai Sud Sound System, alle numerose puntate di Liena Blu dedicate alle nostre coste, il film di Winspeare sulla sacra corona unita presentato con grande risonanza al festival del cinema di Roma. Ancora non ho finito, mancano ancora i vini salentini che trovano spazio e gusto all'angolo enogastronomico della prova del cuoco,il gruppo del pop-porno portato alla ribalta da Simona Ventura ( "Il genio"), la canzone di Eugenio Bennato presentata al Sanremo dello scorso anno "Grande Sud" in cui l'inciso è cantato anche in dialetto sialentino.
Allargando ancora un pò il raggio della mia riflessione se cerchiamo su google "Salento" ne vengono fuori 9.890.000 link, su youtube 12.900 video, e sul socialnetwork più di moda abbiamo più di 50 gruppi "facebokkini" dai nomi elogiativi e fieri. C'è anche un canale su sky, il numero 952, "Salento Channel".
Nel settore turistico poi, da dieci anni a questa parte stiamo vivendo un escalation che riscatta il nostro patrimonio culturale e paesaggistico dalle famigerate riviere romagnole e liguri.
Cosa vuole tutta questa analisi? Vuole dire che sono contenta che la mia terra si è accorta che può salire sul palcoscenico ma contemporaneamente ho paura. O melglio la sensazione che non sapremo sfruttare al meglio questo periodo d'oro. Penso che i salentini siano incapaci di cooperare tra loro perchè naturalmente portati al benessere più prossimo del proprio giardino, non sono abituati ad alzare lo sguardo e guardare più in là, non amano il rischio, ed essenzialmente non amano i cambiamenti radicali.
Penso che dobbiamo stare attenti perchè le luci della ribalta possono accecare.
Intanto, guardate un pò fin dove è arrivata la nostra lingua.
TE LECCE SIMU SIMU, MISSIONE SUDAN

mercoledì 11 febbraio 2009

...ADAMO ED EVA LO AVREBBERO MAI IMMAGINATO?...



La mia dolce colazione con cornetto e caffè questa mattina è resa amara dall'ennesima notizia di violenza su minorenni: una bambina di nove anni ha subito per tre mesi violenze di ogni genre nel palermitano.
Sono mesi e mesi ormai che queste notizie, "non fanno più notizia" perchè non godono più dell'esclusiva, ma oggi mi sento in dovere di ragionarci un pò su'.
Ne cerco possibili cause, razionali spiegazioni, non per giustificare ma per cercare di interpretare un gesto che probabilmente è anche un sintomo. Non sono del clan che ritengono sia una realtà sempre esistita ma, naturalmente, ora trova la sua lente d'ingrandimento attraverso i media.
Strupi, violenze carnali, psicologiche a danno di donne, bambine, ragazze è un fenomeno che si spande a macchia d'olio, e non solo perchè esistono i giornali, le tv a farne l'eco.
I dati istat del 2006 fanno paura: sono 6 milioni 743 mila le donne da 16 a 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita, il 96% di queste sono perpetuate da un non partner e il 93% dal partner, 1 milione 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni etc etc.. ( i dati sono raccolti dal libro-storia "Teresina. Una storia vera" pubblicato in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne 2008.)
Quello c'è in noi che attrae così tanto da rendere l'uomo una bestia? E' possibile che in duemila anni di storie di uomini e donne, siamo ancora schiave del nostro corpo, inteso come mero oggetto, che induce sentimenti di possesso e di ossessione nell'uomo? Cosa c'è in noi di tale forza d'attrazione da scatenare bestialità e violenza in menti più o meno malate?
La maggioranza di voi, di sicuro, mi avranno dato una risposta, anche abbastanza scurrile..ma voglio farvi capire che la mia riflessione scende più nel profondo, va oltre al "figa power". In fondo, anche gli uomini hanno qualcosa che ci attrae, e ci da immenso piacere, ma se ne sentono pochi di uomini violentati e stuprati.
Sto scavicchiando sempre di più in questo cassetto, non cerco colpevoli ma quello che può accomunare rumeni, padri, giovani ubriachi, ragazzini con ancora la voce infantile,adolescenti, malviventi.
L'unica cosa che mi viene da pensare è che il cervello è un mistero.


martedì 10 febbraio 2009

...RESPECT....

Forse non abbiamo saputo darle l'unica cosa di cui aveva bisogno, il silenzio.
La signora Italia dei palazzi del potere,quelli che dovrebbero conoscere meglio di tutti il rispetto, ha saputo combinare questo di fronte alla possibilità di scelta dell'uomo libero.

http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/eluana-senato/1.html

lunedì 9 febbraio 2009

...UNA PRESA DIRETTA CHE AZZANNA...

I miei modesti complimenti a Riccardo Iacona, a tutti i suoi collaboratori e alla coraggiosa raitre con Paolo Ruffini.
I suoi "reportage emozionali" mordono a fondo nella coscienza, senza utilizzare la teorica e i facili campionari da immaginario collettivo. La realtà, quella più in ombra; il confronto l'Europa; le parole della gente che vive in questo paese, senza ideologie, partitismi e impersonali risultati di sondaggi.
Suscita spirito critico, indignazione, delle volte anche vergogna. Credo contribuisca alla sensibilità civica di cittadini che a volte sono solo individui, come tutto il palinsesto di raitre.
Con trasmissioni come "Che tempo che fa", "Parla con me", la linea notte del tg3, passando ovviamente da tutte le produzioni di rai educational, "Per un pugno di libri", "Tv talk", "La storia siamo noi" e tanti altri.
Iacona ieri sera si è aggiudicato il 10% dello share che per la rete, gli spigolosi temi trattati e il mero intrattenimento avversario è un ottimo risultato. Incoraggiante.
Dai dai che ce la facciamo a portare in prima serata i notturni "la storia siamo noi" e affini !

sabato 7 febbraio 2009

...TEMPO, PERDUTO TEMPO...


Non si può sempre correre. Non si può sempre pensare a domani. A volte serve fermarsi e parlare. Spegnere la televisione e sostare in tranquillità. Rimettere a posto la scaletta delle priorità. E allora il nostro divano si trasforma in un canotto di salvataggio nel mare della banalità e della routine quotidiana. Ri-scoprirsi parlando dell'effimero e ridendo di sciocca felicità. Capire il legame senza paroloni ad effetto. Sentirsi vicini senza neanche sfiorarsi. Interrogarsi su che fine hanno fatto le aspirazioni e le convinzioni di una volta. E alla fine capire che siamo sempre noi. Cresciuti certo, ma ancora noi, sempre noi.
- Marcel Proust (credo)-


A me che sono sempre in ritardo, e ho la fretta nelle vene, e ho la fobia del tempo.
A te che hai saputo darmi tempo, e mi giuri che il tempo ce l'ho.
A noi che probabilmente siamo fuori tempo,e abbiamo il divano-canotto, e che cerchiamo di non crescere troppo, e che i paroloni li utilizziamo ma coscienti che le cose possono cambiare.
All'"ora e qui" che abbiamo il dovere di sottoscrivere ogni istante.
Al tempo, che anche se è perduto, dobbiamo avere la tranquillità che è parte di se stessi, e siccome ci vogliamo bene, lo rispettiamo e lo accettiamo.
Al futuro che inevitabilmente fa paura, ma " comu vene la scurciamu".

giovedì 5 febbraio 2009

...LUCA ERA/E' STATO/SAREBBE STATO/FU/HA CREDUTO DI ESSERE GAY....MA LUCA, FORSE POTRESTI ESSERE BISESSUALE...


Negli ultimi giorni,a turno, nei principali salotti chiacchericci della nostra tv si è discusso, anche con toni molto aspri di omosessualità.

Che sia stato Povia con la sua canzone ( di cui si conosce solo il titolo), o le dichiarazioni di Al Bano, in ogni caso il tema veniva affrontato da un/ una giornalista e/o presentatrice che, più che fornire uno spazio di approfondimento, fungeva da ammaestratore di leoni/scimmie; e una folta squadretta di culetti adagiati a poltroncine rosse o alti sgabelli girevoli le cui opinioni sono catalogabili come più o meno folli.

Tra la campionatura il must è Vladimir Luxuria che con una sicurezza e un intelligenza superiore ai limiti della maggior parte dei presenti da un esempio di libertà a chi ascolta. Memorabile la sua richiesta di farsi dare della lei rivolta al tipico prete messo lì perchè l'Italia è soggiogata dalla religione cattolica.

In ogni caso, sono da boicottare categoricamente, se fossimo nel medioevo con un rogo in pubblica piazza, le disturbanti parole che escono fuori dalle trachee di signori come Alessandra Mussolini che parla con una faccia schifata come se stesse discutendo di gelati alla merda, e variegati rappresentanti di Dio che utilizzano le parole miracolo, guarigione, e normalità.

Ma chi è che decide che cos'è normale?

A me viene il nervoso a sentirli... E tu, Al Bano... se tua figlia vede un gay pride devi spiegarle che ognuno nel mondo ha la sacrosanta libertà di vivere come vuole, e che anche lei dovrà trovare la sua maniera.