sabato 7 febbraio 2009

...TEMPO, PERDUTO TEMPO...


Non si può sempre correre. Non si può sempre pensare a domani. A volte serve fermarsi e parlare. Spegnere la televisione e sostare in tranquillità. Rimettere a posto la scaletta delle priorità. E allora il nostro divano si trasforma in un canotto di salvataggio nel mare della banalità e della routine quotidiana. Ri-scoprirsi parlando dell'effimero e ridendo di sciocca felicità. Capire il legame senza paroloni ad effetto. Sentirsi vicini senza neanche sfiorarsi. Interrogarsi su che fine hanno fatto le aspirazioni e le convinzioni di una volta. E alla fine capire che siamo sempre noi. Cresciuti certo, ma ancora noi, sempre noi.
- Marcel Proust (credo)-


A me che sono sempre in ritardo, e ho la fretta nelle vene, e ho la fobia del tempo.
A te che hai saputo darmi tempo, e mi giuri che il tempo ce l'ho.
A noi che probabilmente siamo fuori tempo,e abbiamo il divano-canotto, e che cerchiamo di non crescere troppo, e che i paroloni li utilizziamo ma coscienti che le cose possono cambiare.
All'"ora e qui" che abbiamo il dovere di sottoscrivere ogni istante.
Al tempo, che anche se è perduto, dobbiamo avere la tranquillità che è parte di se stessi, e siccome ci vogliamo bene, lo rispettiamo e lo accettiamo.
Al futuro che inevitabilmente fa paura, ma " comu vene la scurciamu".

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