mercoledì 3 settembre 2008

...NELLA TERRA DEI DENTI STRETTI E DELLA PAROLE TAGLIATE...

Venosa, ridente cittadina lucana, al confine con la Puglia.
Tra i suoi vicoli si può godere della veduta de Vulture, respirare cultura ( non per niente è la citta natia di Orazio),bere fresca acqua dell'acquedotto romano e ricostruire i celebri paesaggi del mondo venosino su flickr.com.
Le tracce del primo grande impero della storia occidentale sono dovunque: sotto i portici, al castello, nella chiesa/e della santissima trinità( ci sono 4-di periodi storici differenti- in una).
Varia la gamma di colri dominanti: dal bianco della pietra a quelli sbiaditi dei vari strati d'intonaco caduto dai dimenticati palazzi del centro storico.
Curiose storie ( celebre la signora "appicciata" per un troppo spettacolare cocktail) e strane credenze ( case infestate dai fantasmi e paesi innominabili).
Sport nazionale: cambiare sedia o palo del bar, dove ci si appoggia, ( " da lusso" il coffe house meglio noto come caffè edone.. o qualcosa del genere); bere, parlare degli altri -benevolmente- e raccontare le proprie storie, vere o false che siano.
Non per niente a Venosa "si beve, si mangia e ci si riposa" e. aggiungere io, ci si sposa, dato il numero di matrimoni che ho visto in soli due giorni.
La forza e il fascino di questo radiante centro viene, soprattuo dalla gente: folle con intelligenza e ragione ( che la teoria del vento spiega benissimo):
m'inchino davanti alla famiglia Caressa, ai loro incastri che reggono nel tempo: a Cagi e alla mamma Tilde per la loro premura, alle sorelle Caressa -un fenomeno da studiare- per la loro armonia insieme e da sole.
Con vino & birra nei vasi sanguigni ringrazio sorrido al bel filosofo della chitarra con cui ho cantato la mia pizzica.
Con un affezione immediata nei loro confronti, abbraccio forte -per cercare e dare forza- il guerrigliero complicato Rocco e il romantico Marco.
A zio Massimo, la bella Giovanna, Mimmo il sassofonista. alzo il bicchiere di Martini Rosso in ghiaccio.
E poi a Teo, " U re", "il chiodo", Rocco Sl, Tiziano, Piervito, Rocco che mi chiama Chiara guardando incantato le mie tette, al tipo con le scope in spalla che canticchia e a chi ci fischiava per la strada, incrocio le gambe e rimango ad osservarvi affascianta.
A voi, essenze dei briganti da cui avete avuto origine, e a me, essenza della tarantata.
Per quello che vogliamo diventare, "JA!".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

però, devi esserti proprio divertita in questi due giorni!!

Anonimo ha detto...

noi briganti riusciamo ad entrare anche nel cuore dei salentini!
grazie per la compagnia, ti aspettiamo in terra lucana...
un bacio,
la*