martedì 17 febbraio 2009

...DELLA REPUBBLICA SALENTINA DI OGGI...


Concedetemi una riflessione circoscritta alla mia terra e il suo presente.
E' da un pò di tempo che nel mio zapping frenetico e annoiato, sento sempre più spesso l'accento pesante come una peperonata, la cadenza cantilenante e le espressioni (italianizzate), che fanno del salentino un prodotto D.O.P.
Memoria televisiva alla mano, ecco gli esempi:
1. "Uomini e donne" una tronista e una corteggiatrice danno fiera mostra della loro salentinità, oltre che del neurone marcio del loro cervello.
2. "Amici" : la cantante dal timbro vocale in tono con la linea del momento ( vedi Giusy Ferreri), Alessandra Amoruso, è uno dei ragazzi più in vista.
3 "Zelig": l'imitazione di Giuliano dei Negramaro di Checco Zalone, il cui studio per fare così bene il tono di voce deve essere stato davvero accurato.
E poi, ancora, il Salento è sempre più presente nei grandi media: pensiamo al lecce serie A, ai negramaro e ai Sud Sound System, alle numerose puntate di Liena Blu dedicate alle nostre coste, il film di Winspeare sulla sacra corona unita presentato con grande risonanza al festival del cinema di Roma. Ancora non ho finito, mancano ancora i vini salentini che trovano spazio e gusto all'angolo enogastronomico della prova del cuoco,il gruppo del pop-porno portato alla ribalta da Simona Ventura ( "Il genio"), la canzone di Eugenio Bennato presentata al Sanremo dello scorso anno "Grande Sud" in cui l'inciso è cantato anche in dialetto sialentino.
Allargando ancora un pò il raggio della mia riflessione se cerchiamo su google "Salento" ne vengono fuori 9.890.000 link, su youtube 12.900 video, e sul socialnetwork più di moda abbiamo più di 50 gruppi "facebokkini" dai nomi elogiativi e fieri. C'è anche un canale su sky, il numero 952, "Salento Channel".
Nel settore turistico poi, da dieci anni a questa parte stiamo vivendo un escalation che riscatta il nostro patrimonio culturale e paesaggistico dalle famigerate riviere romagnole e liguri.
Cosa vuole tutta questa analisi? Vuole dire che sono contenta che la mia terra si è accorta che può salire sul palcoscenico ma contemporaneamente ho paura. O melglio la sensazione che non sapremo sfruttare al meglio questo periodo d'oro. Penso che i salentini siano incapaci di cooperare tra loro perchè naturalmente portati al benessere più prossimo del proprio giardino, non sono abituati ad alzare lo sguardo e guardare più in là, non amano il rischio, ed essenzialmente non amano i cambiamenti radicali.
Penso che dobbiamo stare attenti perchè le luci della ribalta possono accecare.
Intanto, guardate un pò fin dove è arrivata la nostra lingua.
TE LECCE SIMU SIMU, MISSIONE SUDAN

1 commento:

Repubblica Salentina ha detto...

Splendida quanto realistica la tua riflessione....
Grazie.
...da quelli di "Repubblica Salentina"